Ricerche Sul Fattore Sanguigno Rh-negativo
Ricerche Sul Fattore Sanguigno Rh-negativo
Nelle Ricerche Sul Fattore Sanguigno Rh-negativo, c’è un silenzio voluto e orchestrato da parte degli antropologi, plagiati e succubi del “pensiero unico” voluto dall’Élite dominante per ridurre in schiavitù i popoli della terra (tanti greggi segregati nell’ovile) alla mercé dei bisogni e delle volontà delle Lobby che governano il mondo nel terzo millennio, su ciò che è accaduto nei vari “buchi” tra i diversi stadi evolutivi. Sarebbe più saggio insegnare ai nostri figli la verità invece di una mezza verità addolcita o del tutto negata.
Ci sono salti evolutivi giganteschi nella raffigurazione della cronologia umana. Come è possibile?
Che cosa è successo tra una fase e la successiva?
La prima creatura ha forse vissuto per milioni di anni e poi improvvisamente ha dato alla luce un essere completamente diverso?
Cosa ha innescato un tale drastico cambiamento?
Se è stata una variazione genetica che ha prodotto l’Rh-negativo, quale può essere stata la causa, se per millenni non c’erano stati cambiamenti?
Alla fine del XVIII secolo,
James Hutton mise in relazione il concetto di evoluzione graduale con l’attività geologica sulla Terra e con i princìpi geologici di uniformità. Egli affermò che i processi geologici sulla Terra e all’interno di essa hanno operato nello stesso modo nel corso della storia. L’ambiente nel suo complesso è rimasto sostanzialmente lo stesso per 500 milioni di anni, mentre la vita è cambiata radicalmente dai primi segnali neurologici alle forme attuali altamente complesse.
Come fu possibile ottenere questo tipo di variazione in un ambiente sostanzialmente immutato se le specie erano ottimizzate al massimo livello?
Dal ritrovamento di Lucy e di Mrs. Ples, del Bambino di Taung e del Ragazzo di Turkana,
punti di riferimento nel campo dell’archeologia, sono stati rinvenuti migliaia e migliaia di scheletri fossili di ominidi e di altri antenati dell’uomo. Quando pensiamo di avere le idee chiare sull’evoluzione dell’uomo e dei grandi primati dell’antichità, ci troviamo di fronte a una nuova scoperta che ci costringe a mettere in discussione tutte le nostre conoscenze dalle fondamenta.
Due importanti scoperte hanno violentemente scosso le nostre convinzioni. Nel settembre 2003 in una grotta dell’isola indonesiana Flores, furono trovati i resti di uno scheletro femminile, che fu chiamato Ebu. È il più piccolo ominide adulto, di circa 1 metro di altezza. Si stima che Ebu sia vissuta tra 95.000 e 13.000 anni fa circa. Per la prima volta ci siamo resi conto di non essere stati soli su questo pianeta, ma di averlo condiviso con un’altra specie! Ebu non apparteneva alla specie Homo sapiens, ma apparentemente era umana.
Un’altra scoperta è stata fatta in Spagna nel 2005, vicino a Barcellona, dove Salvador Maya-Sola e Miquel Crusafont hanno riportato alla luce un teschio fossilizzato e i resti di uno scheletro di un grande primate, il Pierolapithecus catalaunicus. Si ritiene che questa grande scimmia abbia vissuto nel Miocene medio 12-13,5 milioni di anni fa, quando le grandi scimmie antropomorfe, tra cui gorilla e scimpanzé, e gli esseri umani si separarono dalle scimmie minori come i gibboni. Anche se è possibile che questo fosse l’antenato dei grandi primati, la differenza sostanziale è che questa grande scimmia non poteva dondolarsi tra gli alberi.
In seguito alle ricerche,
questi esempi di scoperte recenti dimostrano che più crediamo di sapere, più riceviamo sorprese a ricordarci che sappiamo molto poco. Dovremmo, durante le ricerche, avere sempre una mente aperta e renderci conto che mentre ci evolviamo come esseri umani, il nostro genoma ci costringe a porci domande sempre più complesse e ad affrontare risposte ancora più sconcertanti.
Percorriamo ora a ritroso il nostro passato di esseri umani per renderci conto di quanto sia giovane e fragile la nostra specie e di quanto poco tempo abbiamo trascorso su questa Terra. Si tratta di un viaggio importante in cui affronteremo la disputa tra creazione ed evoluzione. Armati di questa conoscenza, avanzeremo una nuova combinazione delle due teorie, che non offenderà né coloro che credono in un “Dio” creatore, né gli evoluzionisti che si aggrappano alla dottrina darwiniana della selezione naturale. Tuttavia, dovremo sottolineare le importanti differenze tra “Dio” e “dio”. Un po’ di tecnicità dalle implicazioni universali, che per millenni sembra essere sfuggita all’attenzione dell’umanità.
Gli individui Rh-negativo,
(assenza totale del locus Rh “Rhesus” nel cromosoma 1 del DNA) non avendo nel sangue caratteristiche dei primati hanno un comportamento che verte più alla conoscenza e alla capacità di elevarsi a stadi superiori di Coscienza, piuttosto, che alle leggi del mondo animale (tipiche degli individui Rh+) che sono: territorio, riproduzione e cibo. Questo non significa che gli Umani Rh+ positivo sono dei minorati, ma solamente che a livello di struttura fisica, mentale, spirituale e persino psichica, hanno delle predisposizioni diverse.
Purtroppo, grazie al meticciato selvaggio imposto dalle varie Élite dominanti e con la censura totale (a partire dalle scuole) sull’esistenza di una razza umana diversa e unica, priva del locus Rh (Rhesus) situato nel cromosoma 1 del DNA, oggi esistono varie tipologie di Rh-negativo:
Primo caso:
Sul cromosoma 1 ci sono coloro che hanno i loci Rh (Rhesus) ma non sono attivi, i geni rhesus risultano spenti. Nelle analisi risultano Rh-negativo ma solo perché i geni rhesus risultano non attivi. In realtà il pezzetto dell’Rh nel cromosoma 1 c’è eccome. In quel caso le reazioni materno fetali possono essere blande.
Secondo caso:
Esistono gli individui DU deboli ovvero coloro che hanno solo una parte codificata dell’Rh e una parte no. In quel caso badate bene, devono essere considerati Rh-negativo nel momento in cui devono ricevere una trasfusione, in quanto la parte che non codifica l’Rh potrebbe reagire. MA… DEVONO essere considerati Rh+positivi quando devono donare in quanto nel loro sangue ci sarà pur sempre una parte che codifica l’Rh e che in un individuo Rh-negativo puro può creare problemi.
Terzo caso:
Sul cromosoma 1 manca del tutto il frammento del gene Rhesus, non per mutazione ma per delezione. Nelle analisi risulta Rh-negativo puro perché non esiste proprio l’Rh ed è tale anche in tutti gli altri loci. Sono questi i veri Rh-negativo puri al 100%. In quel caso durante una gravidanza (anche nella prima gravidanza, se la donna è molto pura per giunta nei linfociti T) sono cavoli amari…
L’Rh è un gene tipico dei primati.
Sarebbe errato esprimersi con qualcosa che si ha nei confronti dell’rh-negativo del tipo “anche tizio o caio ha l’Rh-negativo”, semplicemente perché l’Rh-negativo è l’assenza di qualcosa quindi non ci si può esprimere a riguardo come qualcosa che si possiede. Al massimo si può dire che alcuni individui sono negativi all’Rh. (cioè, sono privi del fattore Rhesus). Nessuno vuole fomentare discriminazioni ma solo informare bene e meglio perché se si sbagliano trasfusioni o se una donna Rh-negativo vuole avere un figlio da un individuo Rh+positivo va incontro a molti problemi (anche mortali) sia per il nascituro che per la madre e alla natura poco gliene importa delle discriminazioni.
Inoltre, se ci pensate bene dal punto di vista eugenetico sono più pericolose le teorie della mutazione sostenute da alcuni biologi che quelle di origini aliene, e sapete perché? Perché con una mutazione puoi instaurare un paragone verso cosa è meglio e cosa non lo è, con evidenti implicazioni razziali. Con la teoria aliena invece questo rischio non esiste perché non puoi paragonare due nature completamente differenti. Sarebbe come far gareggiare con le stesse regole, un gatto con un cane… non è possibile.
I biologi invece devono fare attenzione a come si esprimono sulle mutazioni. È lì che risiede il seme dell’eugenetica.
Nei test i vari gruppi sanguigni, privi del Fattore Rhesus, vengono classificati con le sigle:
0 rh-; A rh-; B rh-; AB rh-