I figli degli Dei – La creazione degli esseri umani ibridi (Rh-)

La creazione degli esseri umani ibridi (Rh-) avvenne quando i figli degli Dei fornicarono con le figlie degli uomini

Nephilim Rh-

 

In quel tempo vi erano sulla terra i “giganti”, e ci furono anche dopo, quando i figli degli Dei fornicarono con figlie degli uomini (ebbero rapporti carnali “fornicazione e anche adulterio” la parola greca è porneia, che significa ‘rapporti sessuali’ ), ed esse diedero loro dei figli. Essi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi. Quell’unione carnale generò i gibbōrîm o figli di ’elohim’.

Gran parte della critica testuale, seguendo i commenti più antichi, identifica nephilîm e gibbōrîm. Che siano giganti o no, i nephilîm andrebbero considerati i “nipoti” di ’elohim, figli di quei figli che ebbero rapporti carnali con le donne degli uomini “ribellandosi” alle leggi divine. È doveroso rendere conto di questo fortunatissimo filone interpretativo, motivato in vero da solide basi di provenienza biblica ed extrabiblica. E poiché le donne impararono ad abbellir le ciglia e tutte le tinture, «vi fu molta scelleratezza e molto fornicare». Gli «uomini caddero nell’errore e tutti i loro modi di vivere si corruppero». Da qui il diluvio.

Traendo le somme: la letteratura apocalittica, in particolare il Libro dei Vigilanti (anteriore alla redazione ultima del Genesi) ha le idee chiare rispetto ai “giganti”, essi sono figli degli angeli caduti e delle donne degli uomini. Sono violenti, destinati alla distruzione e legati direttamente alla punizione diluviana. Dio vide che la malvagità dell’uomo era grande: come esso diventi cattivo  lo apprendiamo dalla letteratura apocalittica. Angeli e giganti corrompono il genere umano, evidentemente ben predisposto al male e la Genesi non intende attribuire ad altri la responsabilità delle nefandezze degli adamiti. La colpa della caduta riecheggia nel nome dei nephilîm, ma di questi si trascura il ruolo e l’identità.
Se invece i nephilîm sono gli angeli caduti – così come direbbe l’etimologia – presenti nella/sulla terra, già puniti e scaraventati in catene nelle tenebre, allora il coinvolgimento dei be nê hā’ělōhîm sarebbe una conferma della presenza dei miti politeisti nel testo del Genesi. I figli di Dio (non gli angeli) si uniscono alle donne: ne nascono eroi, uomini di fama. E a quel tempo sono già lì gli angeli ribelli, caduti e sepolti nella terra. Il peccato carnale si mischia e confonde con quello della ribellione, il tema della generazione proibita con quello della mostruosità. Gilgameš si imparenta con i Titani. Il tutto secondo gli intenti – poco riusciti – di un redattore che si preoccupa di salvare l’ortodossia della assoluta responsabilità umana e della giustizia divina, forse “tagliando” da un testo precedente tutti gli elementi che intrecciano divino e umano più del tollerabile, ovvero nel senso della condivisione delle responsabilità del “male”.

I Nephilim nella mitologia: erano Giganti, i Figli di Dio o qualcosa di completamente diverso?
Chi erano i Nephilim, i misteriosi esseri citati nella Bibbia? Fino ad oggi, la maggior parte degli studiosi ha prestato poca attenzione a queste curiose creature di cui parla il testo sacro, semplicemente perché la loro esistenza è archiviata nel novero della leggenda.

Ma siamo proprio sicuri che sia così? Forse, la Bibbia riporta l’antica testimonianza di esseri sovra-umani che un tempo abitavano il nostro pianeta? Di recente, ci sono stati alcuni tentativi di conciliare la mitologia con la scienza teorizzando che alla radice di questi antichi racconti possano esserci elementi di verità riportato nella forma di “leggenda”.
In questo contesto, i Nephilim sono stati associati a volte con gli “antichi umani”, ossia i possibili sopravvissuti di Atlantide che avrebbero contribuito alla ricostruzione del mondo post-diluviano, altre volte sono stati associati a quelli che vengono definiti “antichi astronauti”, cioè un gruppo di alieni che in passato avrebbe visitato il nostro pianeta, venendo riconosciuti come divinità.

Ma chi erano veramente i Nephilim? Un indizio sulla loro identità potrebbe essere svelato dall’analisi del loro appellativo: “nephilim”.
Tradizionalmente, il termine “nephilim” viene tradotto con “giganti”. Anche la traduzione ufficiale della Chiesa Cattolica opta per questa scelta. Ma la traduzione del termine non fornisce in alcun modo una descrizione completa di questi esseri. Alcuni dizionari descrivono i Nephilim come giganti dotati di una forza sovraumana. La Bibbia greca dei Settanta, antica traduzione della Bibbia ebraica, si riferisce a loro come Gigantes, che in realtà significa “nato dalla terra”. Si ritiene che la parola Nefilim derivi dalla radice “NapHal”, che significa cadere. Nei circoli biblici, questa definizione ha messo i Nephilim in relazione con i figli degli angeli caduti.

I Nephilim compaiono nell’Antico Testamento ben due volte. La prima volta nel libro della Genesi, la sezione della Bibbia che descrive i tempi remoti delle origini e poi, nella parte più vasta, il racconto dalla storia dei patriarchi Abramo, Isacco, Giacobbe e Giuseppe. Il titolo “Genesi” significa “Origine” o “Generazione”.
In ebraico il libro è indicato con l’espressione iniziale Bereshìt, “In principio”. Nella parte prima, il libro affronta i grandi enigmi dell’esistenza: origini dell’universo e dell’uomo, quale sia il giusto rapporto dell’uomo con Dio, il problema del bene e del male, del dolore, della morte, la crescita dell’umanità e il suo differenziarsi nello scorrere del tempo. Il versetto che a noi interessa si trova al capitolo 6, versetti 1, 3 e 4:
“Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, i Figli degli Dèi (benei ha-elohim) videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta. […].
C’erano sulla terra i giganti (nephilim) a quei tempi – e anche dopo -, quando i Figli degli Dèi si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi”.
Osservando il passo, notiamo che, oltre agli uomini e alle loro figlie, vengono menzionati tre tipologie di individui: i Figli degli Dèi, i Nephilim e gli “eroi dell’antichità”. Cerchiamo di capire chi sono.

I Figli degli Dèi

Innanzitutto compaiono questi misteriosi Benei ha-elohim, letteralmente “figli degli dèi”. Chi sono costoro? Secondo quanto riporta la Bibbia, in un tempo remoto, esisteva una “progenie divina” che coabitava la Terra con gli uomini primordiali.

I primi scrittori cristiani, come Tertulliano e soprattutto Lattanzio, nel tentativo di spiegare l’origine di questi misteriosi personaggi, accolsero l’idea presente chiaramente nel Libro di Enoch che i Benei ha-elohim fossero gli angeli caduti, come sembra alludere anche il passo della Genesi.
Attenzione, però, si tratta di figli, quindi di una seconda generazione di dèi, la prole di entità che presumibilmente già abitavano sul nostro pianeta. Dunque, chi sono gli “elohim”?
Elohim, tradotto con “Dio” nelle moderne edizioni della Bibbia, è in realtà un sostantivo plurale: è il plurale di Eloah, in ebraico, infatti, il suffisso -im è utilizzato per rendere il plurale di un sostantivo.
Troviamo subito questo termine plurale nella frase iniziale della Genesi “Bereshit barà Elohim et hashamayim ve’et ha’arets”, che in italiano viene tradotta “In principio Dio creò il Cielo e la Terra”.
A quanto pare, secondo la Bibbia la creazione del mondo non è opera di un’unica entità che la cultura monoteista identifica come Dio, ma è frutto di un’azione congiunta di diverse entità. La stessa collaborazione è confermata nel momento in cui si decide di creare l’uomo. In questo caso, la traduzione dall’originale conserva il plurale quando il “simposio creativo” esclama: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza”.

Presa alla lettera, la Bibbia rivela la notizia che l’uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di un gruppo di entità considerate divine chiamate “elohim”. Ma chi sono costoro?
Mauro Biglino,->http://www.ibs.it/…/libri%20di%20mauro%20biglino.html… è uno storico e scrittore italiano, specializzato nella traduzione dei primi codici in ebraico antico all’origine dell’Antico Testamento, come la Torah e la Tanakh, basandosi soprattutto sul più antico testo disponibile, il codice di Leningrado.
In base a questi studi, riportati nel suo libro “Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia – Gli dei che giunsero dallo spazio?”,->http://www.ibs.it/…/biglino…/libro-che-cambiera.html… è giunto a risultati sorprendenti, di natura ufologica, che si avvicinano molto alle conclusioni ottenute da Zecharia Sitchin.

Biglino è stato traduttore di ebraico antico per conto delle Edizioni San Paolo, la maggiore casa editrice cattolica, collaborazione che si è conclusa una volta iniziata la carriera da scrittore in cui porta alla luce le sorprendenti scoperte fatte in 30 anni di analisi dei cosiddetti testi sacri che da sempre sono state omesse.
Nella sua ultima opera, un successo editoriale clamoroso, superiore, forse, anche alle aspettative dell’autore, che già nel titolo suona come una promessa, Biglino interpreta così il significato della parola “elohim”:
“Il significato corretto è “gli splendenti”, individui molto superiori agli uomini, ma non spirituali. Quindi non dèi. Questo è un termine che non apparteneva alla cultura di chi scrisse, ma che è subentrato in un secondo momento, in un processo durato secoli.

Adamo ed Eva sono i progenitori dell’homo sapiens. E non sono stati creati dal nulla, ma su di loro gli Elohim sono intervenuti con l’ingegneria genetica, dando come un colpo di acceleratore all’evoluzione umana. Adamo, come nome, significa “quello della terra”, insomma nato su questo pianeta.
Letteralmente è più corretto tradurlo “il terrestre”, per distinguerlo evidentemente da chi terrestre non era. Eva invece è Hawà, ovvero “la madre dei viventi”, insomma la progenitrice di tutta la specie umana”.

Insomma, ce n’è abbastanza da rimanere a bocca aperta. Inoltre, Biglino ha le idee molto chiare anche sul valore da dare a quello che è scritto nella Bibbia:
“Quello che scrivo oggi, e che ripeto nelle mie conferenze per l’Italia, deriva da una lunga esperienza di traduzioni letterali. E quello che racconto nel libro è ciò che per primo ha stupito me.
Sono convinto che la religione nella quale siamo stati educati sia nata, in realtà, da un contatto tra l’umanità ed esseri tecnologicamente superiori. La Bibbia è una storia vera, racconta episodi concreti, ma poi con il passare del tempo si è perso il contatto con questa “fisicità” ed è subentrata l’elaborazione teologica”…

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